Elisa Pomarelli: ennesimo femminicidio per mano di un volto “amico”



Un’altra triste storia di femminicidio. Io e donne non le capisco si affida alla penna di Marina Baldi, nota criminalista e genetista forense per fare chiarezza su una storia dal tragico epilogo.

Elisa aveva 28 anni. È stata uccisa da un amico di famiglia, da una persona di cui si fidava, e che frequentava assiduamente. Lui, Massimo Sebastiani, parecchio più grande di lei, era ossessionato da questa bella ragazza. La voleva, la definiva come la sua fidanzata. Elisa ha rifiutato questo amore, forse perché non amava Massimo e  perché aveva differenti preferenze sessuali. Massimo non ha accettato tutto ciò e quindi la ha strangolata e la ha seppellita.  I due vanno a pranzo insieme, vengono ripresi dalle telecamere ed il ristoratore dichiara che erano sereni e tranquilli, ma poi qualcosa succede all’uscita del ristorante e, come sembra dalle prime indagini, dopo qualche minuto Massimo strangola Elisa e la nasconde nel portabagagli della macchina. La porta con se, forse per qualche giorno e poi la seppellisce nel luogo impervio dove poi  verrà ritrovata dagli inquirenti su indicazione dell’assassino.

Cosa ha scatenato quest’ira? Certamente non si dovrebbe trattare di un delitto premeditato, perché la situazione è molto stabile tra di loro e tra Massimo e la famiglia di Elisa. Sono apparentemente sereni e l’ossessione di Massimo non è evidente ad Elisa, che si fida di lui e crede di poterlo gestire. Forse un rifiuto, forse l’ennesimo, scatena l’ira di questo gigante pieno di forza, che non fatica ad avere la meglio sulla ragazza. È l’ennesimo femminicidio, dovuto all’incapacità di alcune persone  di accettare un diniego, contro il quale si scatenano reazioni abnormi, senza alcun controllo. Sebastiani, ora lo sappiamo, aveva gravi problemi psichiatrici, lo dimostra la sua abitazione che è un luogo spaventosamente disordinato, con l’accumulo di oggetti, spazzatura e sporcizia al di là della immaginazione più fervida. In quella casa, probabilmente, nessuno era entrato da tempo e quindi nessuno poteva sospettare che Massimo fosse una persona con grave disagio psichico.

Cosa abbia scatenato la furia dell’uomo al momento non è chiaro, ma Elisa non ha avuto scampo. Le indagini sono in corso e probabilmente a breve si conosceranno i dettagli di questa triste vicenda, ma ciò che emerge già da ora è che, come spesso accade, la violenza contro le donne non ha quasi mai il volto di un estraneo, ma si nasconde dietro qualcuno che sa conquistare la fiducia di chi, magari per affetto o amore non sa dire di no e che alla fine diviene vittima quando prova ad allontanarsi.

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Marina Baldi – criminalista e genetista forense